venerdì 30 novembre 2007

30 novembre 2007 - Lettera a Bernabè

A: Dott. Franco Bernabè

e p.c.: Dott. Gabriele Galateri di Genola


Egregio dottore,
anche noi eravamo in Telecom nel 1998, quando il top management pensava che il settore informatico fosse strategico.
Dopo l’OPA e la sua uscita dall’azienda, ci sono state molte vicende che hanno portato l’informatica del gruppo ad una suddivisione in varie società.
Nell’anno 2003, Telecom Italia, Olivetti e Pirelli hanno costituito, tramite le rispettive controllate IT Telecom S.p.A., Olivetti Tecnost S.p.A. e Pirelli Informatica S.p.A., il consorzio Shared Service Center per incrementare l'efficienza e l'efficacia nello sviluppo e nella gestione di soluzioni ERP (Enterprise Resources Planning), legacy istituzionali, e-business e portali del Gruppo Telecom/Pirelli.
La mission di S.S.C. era:
· utilizzare, all'interno del Gruppo Olivetti-Telecom Italia, le competenze distintive sviluppate da Pirelli in ambito SAP e portali;
ottimizzare il presidio delle competenze strategiche;
trasferire le best practices interne e capitalizzare il know how e le soluzioni sviluppate, per incrementare la reattività alle richieste dei Clienti interni dei rispettivi Gruppi;
ridurre i costi di gestione del sistema informativo.
Nonostante gli ottimi risultati ottenuti in questi anni, il primo ottobre il Consorzio è stato sciolto, perché Pirelli ha ceduto il controllo di Telecom. In base agli accordi tra i soci, Pirelli ha costituito un’altra società, da sè controllata, riacquisito il proprio personale e le proprie attività.
Telecom, invece, non rispetta gli accordi e mantiene nei nostri confronti un atteggiamento di indifferenza ed indisponibilità totale, utilizzando il sindacato per comunicare, sempre informalmente, che il controllo della nostra società sarà ceduto ad un fornitore esterno, Accenture e che, pare addirittura per richiesta della stessa Accenture, 190 di noi (1/3 del totale) saranno riassorbiti in Telecom tramite passaggi individuali.
Vogliamo farle presente, come dipendenti che hanno sempre lavorato per il Gruppo Telecom, il rischio connesso a questa operazione: qual è, secondo lei, l’utilità di cedere la maggioranza di SSC ad un fornitore esterno di servizi informatici che verrebbe ad acquisire un controllo completo sui dati e sul software di gestione di processi aziendali vitali, dal BILANCIO alla RETE, dalle VENDITE agli ACQUISTI alla LOGISTICA, dalla GESTIONE IMMOBILIARE all’AMMINISTRAZIONE?
Inoltre ci sembra che, affidare ad un fornitore esterno una parte così rilevante dei propri dati e processi informativi, procedendo con le preannunciate operazioni di disgregazione dell’attuale società, comporterà per Telecom un eventuale vantaggio economico nel breve, ma un aggravio di costi nel medio periodo ed un prevedibile peggioramento del servizio ricevuto. Telecom Italia non ha davvero bisogno di altre manovre di corto respiro. Perché vendere una cosa che funziona? Perché portare via 190 persone? E le rimanenti? Qual’è il piano industriale?
Confidando che il nuovo assetto proprietario ed il nuovo vertice aziendale possano veramente dare al Gruppo, di cui noi ci sentiamo parte, una soluzione ai numerosi problemi ormai da troppo tempo non affrontati e, certi di un suo interessamento nella delicata questione che ci riguarda, la salutiamo cordialmente e le auguriamo buon lavoro.

30 novembre 2007
Le RSU e i lavoratori SSC Ivrea, Torino, Milano, Roma, Napoli

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